In questi giorni è stata ufficializzata la notizia che vede il pomodoro siciliano Buttiglieddru tra i presidi Slow Food. Di questo prodotto particolare per aspetto e gusto avevamo scritto diverse volte, anticipando – nel più recente dei nostri articoli – l’esistenza di una pratica avviata per il prestigioso riconoscimento che adesso non mancherà di dare al Buttiglieddru di Licata (AG) quella marcia in più nella visibilità e, perché no, anche sul piano della commercializzazione.
Vincenzo Graci
Questo riconoscimento ci riempie di gioia – commenta Vincenzo Graci, presidente dell’Associazione di Tutela del Pomodorino Buttiglieddru di Licata – e ci ripaga di tanti impegni e sacrifici sostenuti per giungere a questo risultato, che non vuole essere un punto di arrivo, ma di partenza per nuovi impegni e riconoscimenti. Si tratta non solo di ridare importanza a una coltivazione tradizionale per il territorio, ma anche di affermarne il valore intrinseco legato a proprietà organolettiche che non trovano pari nel panorama produttivo attuale”.
“Alla filiera, dal produttore al consumatore finale – aggiunge il presidente – il Buttiglieddru va raccontato e spiegato, affinché possa essere inserito tra i prodotti che si collocano in una fascia privilegiata, né troppo cara da scoraggiare l’acquirente, né troppo economica da farne ingiustamente una referenza confusa o peggio assimilata a una commodity. Le tecniche di coltivazione, del resto, sono il frutto di dedizione e ricerca che non possono essere ignorate da un mercato che guarda prioritariamente ai trend salutistici come elemento distintivo e qualificante”.
Il pomodoro Buttiglieddru può essere coltivato in pieno campo, anche in regime siccagno (a ridotto apporto irriguo, NdR). Lo troviamo sia rosso sia proposto come insalataro; in quest’ultimo caso, si presenta con un bel colore arancio-verde sulla spalla.
Dall’anno scorso, l’associazione ha avviato la trasformazione del Buttiglieddru con la collaborazione di un laboratorio esterno.
L’associazione sottolinea la storicità della cultivar. Tra i documenti esistenti vi una tesi di laurea risalente al 1986, oltre che un congruo numero di fatture commerciali che testimoniano l’attività economica attorno al Buttiglieddru di Licata. Pare che la coltivazione risalga a oltre 50 anni fa, in questi territori. L’area di produzione è compresa tra i comuni di Licata, Palma di Montechiaro, Camastra, Naro, Ravanusa, Campobello di Licata (in provincia di Agrigento) e Butera (in provincia di Caltanissetta).
“L’avvio del Presidio Slow Food è stato supportato dal Comune di Licata e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il Presidio del pomodoro buttiglieddru di Licata è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale del Terzo Settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese – avviso n° 1/2018 “Slow Food in azione: le comunità protagoniste del cambiamento”, ai sensi dell’articolo 72 del codice del Terzo Settore, di cui al decreto legislativo n 117/2017″, fa sapere Slow Food.
Data di pubblicazione: mar 15 dic 2020
Author: Gaetano Piccione
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